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Standard scolastici in quanto a Diversity, Equity & Inclusion in Italia

A che punto siamo e cosa si può fare di più?

L’attenzione ai temi Diversity,Equity&Inclusion è fondamentale in ambito scolastico: sentirsi accolty ed accettaty per come si è, infatti, è un diritto di ogni bambinǝ e ragazzǝ, cruciale per lo sviluppo emotivo.

Si tratta di un argomento molto dibattuto e divisivo: come in ogni contesto che tratti del “benessere dey bambiny”, il clamore che viene suscitato è sempre molto intenso, lasciando spesso spazio a grande confusione.



Esiste una teoria del gender?


Sfatiamo una leggenda: la teoria del gender non esiste.

La cosiddetta teoria del gender è un’invenzione delle alte sfere cattoliche, un termine coniato in alcuni documenti di metà anni ’80 e prontamente ripreso da movimenti omofobi e oscurantisti, approfittando del clamore che viene suscitato ogni volta che oggetto del dibattere sono y bambiny.


SSQuello che invece esiste davvero sono gli Studi di Genere e Queer Studies, che vengono condotti in ambiti accademici e che analizzano il ruolo della donna, del genere e degli orientamenti sessuali nella storia, nei media e nella sociologia.

A partire da questi studi, y professionisty sviluppano ricerche reali e verificate, che hanno lo scopo di migliorare il benessere delle persone LGBTQIA+ all’interno della società, a partire day più giovany. Lo scopo è di permettere loro di vivere un’esistenza piena e felice come per tutte le altre persone.


Purtroppo, c’è ancora molta disinformazione: spesso i movimenti omofobi e oscurantisti accusano y ricercatory che si occupano dei temi LGBTQIA+ di voler “omosessualizzare” y bambiny. L’infondatezza di simili affermazioni non dovrebbe nemmeno essere discussa, eppure ciclicamente ritornano alla ribalta.

È vero piuttosto il contrario, invece: molty delle persone LGBTQIA+ sono nate da famiglie eterocis e hanno vissuto in una società eteropatriarcale. Cambiando prospettiva, anche crescere in una famiglia “tradizionale” rappresenta una sorta di ”indottrinamento”, eppure non funziona, a riprova del fatto che gli orientamenti sessuali non sono influenzabili dall’ambiente.





La mancanza di una educazione alla sessualità e all’affettività


Quello che oggi manca nelle scuole italiane è l’educazione alla sessualità e all’affettività, intesa come disciplina prevista da piano didattico fin dalla scuola primaria. Questo vuoto educativo rappresenta una grave carenza.

L’educazione alla sessualità e all’affettività, pensata spesso troppo tardi per y ragazzy delle scuole medie e superiori, non è infatti obbligatoria e può essere delegata ad associazioni di diverso tipo (anche religiose); in aggiunta, unǝ genitorǝ o tutorǝ legale può scegliere di non fare partecipare lǝ propriǝ figlǝ.

In un Paese in cui le teorie di conversione non sono illegali, questo rappresenta un problema.



Perché è importante educare alla sessualità e all’affettività?


Questo tipo di percorsi insegnano a gestire questi sentimenti superando i pregiudizi di genere.

Per fare due banali esempi: “le femmine sono più sensibili”, oppre “i maschi non piangono”.

E chi l’ha detto? La sensibilità e la necessità di piangere in un momento di sconforto non sono caratteristiche declinabili secondo il genere, bensì sono caratteristiche di ogni essere umano: imparare a riconoscere e a gestire le proprie emozioni è fondamentale per l’equilibrio psico-emotivo di ogni persona!


Inoltre, educare alla sessualità e all’affettività comprende l’insegnamento del basilare concetto di consenso e rispetto reciproco degli spazi, sia fisici che psicologici. Di nuovo, due concetti cruciali nella vita di chiunque.


Oltre a quanto elencato finora, è molto importante educare ad una sessualità più consapevole e sicura, inclusiva di tutti i generi, le pratiche e gli orientamenti sessuali/romantici (comprese asessualità, aromanticismo e non monogamie etiche).


Anche antirazzismo, antiabilismo e antisessismo sono concetti inclusi in un’educazione all’affettività. Le scuole possono approcciarsi a questi temi, per esempio, creando giornate e spazi appositi per far sentire ogni membro della comunità scolastica parte integrante di essa e migliorare la qualità della vita di tutty.


Infine, parte di un’educazione alla sessualità e all’affettività prevede l’accesso reale a figure educative e professionali, come lǝ psicologǝ della scuola, formate sui temi della discriminazione e dell’inclusività. La presenza stabile di unǝ psigologǝ non è però sufficiente: anche tutto il personale scolastico deve essere formato in maniera costante e continua, per essere in grado di riconoscere potenziali situazioni che necessitano supporto, nei modi e con le parole giuste per ciascunǝ.



Se ti interessa sapere come integrare questa formazione nella tua scuola, scrivici a info@thecamelotinstitute.com.


Se invece vuoi approfondire la tematica in ottica di Disabilities Studies metti like all'articolo e scrivicelo nei commenti per una parte 2!



Benedetta Lo Zito & Magda Basso


Ph.1 by Wix Media

Ph.2 by Kenny Eliason

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